Pratichiamo l’edilizia da quattro generazioni
«Mio nonno fava i mattoni, mio babbo fava i mattoni, faso i mattoni anca me, ma la casa mia dov’è?»: è una filastrocca in romagnolo, tratta da Amarcord, il capolavoro di Federico Fellini che racconta attraverso una famiglia, i Benzi, la Rimini della sua giovinezza.
Nel film il muratore la recita al capomastro, Ferruccio Benzi, mio prozio. E quel simpatico vecchietto romagnolo, rumoroso e un po’ impertinente con la cameriera, che si perde nella nebbia? Lo ricorderete quando cerca di salire sull’albero sul quale si è arrampicato il figlio un po’ “tocco”, aggrappato alla cima per gridare, ancora più forte, “Voio una donaaaa” (“voglio una donnaaaa”)? Beh, quel vecchietto è il mio bisnonno, Antonio Benzi. Naturalmente secondo il ritratto fantasioso che ne ha fatto il regista romagnolo.
Nella realtà Antonio è stato l’imprenditore edile che ha realizzato la prima scuola pubblica di Rimini, nella seconda metà dell’800. Generazione dopo generazione, da Antonio in poi c’è un Benzi nell’edilizia: suo figlio Manlio, imprenditore edile, suo nipote Antonio, mio padre, commerciante edile e fondatore della Benzi Fratelli. Ed oggi io: Paolo Benzi.
Una lunga tradizione diventata scuola e competenza, conoscenza del mercato e delle esigenze della clientela, un patrimonio che Benzi Fratelli conserva come valore da affermare nel lavoro.